
Nel Libro VI del suo Mathesis, l’astrologo romano del IV secolo d.C., Giulio Firmico Materno, fornisce il seguente resoconto sulla carta natale di Platone, il filosofo ateniese del V secolo a.C.:
“Se l’ascendente è in Acquario e Marte, Mercurio e Venere sono congiunti in quel grado; Giove è sul discendente in Leone; il Sole è sull’epanaphora dell’ascendente in Pesci; la Luna è nella quinta casa in Gemelli, in trigono all’ascendente; e Saturno è nella nona casa in Bilancia – tale carta rappresenta un interprete di cose divine e celesti. Possiede la combinazione di un linguaggio dotto e un’intelligenza divina ed è addestrato da una sorta di potere celeste per conferire vera espressione a tutti i segreti della divinità. Si dice che questa carta fosse quella di Platone. (Mathesis VI.XXX.24)”
Tracciando questa descrizione su una carta, otteniamo la seguente immagine:

Come elemento storico a parte, si dovrebbe notare che le posizioni di Giove e Saturno in questi segni non coincidono con quelle delle effemeridi del V secolo a.C. Certamente non coincidono con le date concordate per la nascita di Platone (428/427 o 424/423 circa). Non ho esplorato la letteratura sulla datazione della nascita di Platone al fine di accertare se Materno sia stato discusso o meno al riguardo. Basti dire che mentre questa non può essere considerata come una carta natale in termini strettamente storici, rappresenta tuttavia un’importante immagine simbolica del personaggio di Platone all’interno della Tradizione Ellenistica.
Detto questo, ciò che emerge dalla carta di Platone fornitaci da Materno, è che è governata da Saturno (cioè il signore planetario dell’ascendente, Acquario). Saturno, il grande malefico, è il principio della realtà per eccellenza; che ci piaccia o meno, conferisce struttura e resistenza e come la gravità, esso rimane quando tutto il resto è crollato. Come disse una volta Philip K. Dick, “La realtà è ciò che si rifiuta di sparire anche quando smetti di crederci”.
Questa qualità “perenne” di Saturno è profondamente emblematica del ruolo assunto da Platone come grande architetto della teoria delle forme – quelle realtà eterne che sopravvivono oltre la genesi e la corruzione del mondo materiale, che in sé e per sé è solo uno specchio transitorio delle strutture eterne della realtà. È proprio grazie alla perseveranza di questa idea che lo stesso Platone ha potuto godere di una presenza innegabilmente duratura nella tradizione filosofica occidentale. Come ha osservato notoriamente Alfred North Whitehead, “Tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone”.

Saturno è in Bilancia nella carta di Platone e in questa posizione, secondo il sistema tradizionale delle dignità, si trova nella sua esaltazione. Saturno può essere una forza molto difficile, ma quando è esaltato, le sue funzioni vengono esplicate in modo efficiente, persino positivo. La Bilancia, inoltre, è la casa di Venere, e qui il rigore di Saturno opera per instaurare la bellezza e l’armonia, due dei più importanti concetti filosofici nel canone platonico.
Non solo Saturno è esaltato in Bilancia, forma l’apice di ciò che è conosciuto come un “grande trigono d’aria”, formato dai segni Acquario-Gemelli-Bilancia. Questa configurazione è nota come un aspetto per triplicità, e i suoi angoli sono significativamente collocati nell’elemento dell’aria, che è ulteriormente associato con “l’intelletto”. Qui si dovrebbe menzionare che il concetto di intelletto enfatizzato nella tradizione platonica non era la mentalità capillare e analitica familiare agli accademici moderni, ma il nous divino – l’intelligenza primordiale, eterna e sempre presente che sostiene il cosmo in quanto sistema armonico. Qui, la “razionalità” assume il suo significato integrale e più efficiente, derivando dal termine “ratio” e riferendosi alla proporzione armonica vitalizzante.
Forse non è una sorpresa che l’apice del grande triangolo di Platone sia incardinato nella nona casa, il luogo tradizionalmente assegnato alla filosofia, alla scienza sacra, all’istruzione superiore e ai viaggi. Si afferma che Platone abbia visitato l’Egitto – la sorgente della geometrizzante tradizione pitagorica – dove ricevette l’istruzione sacerdotale nei templi divini. Al suo ritorno, all’età di quarant’anni (mentre la sua profezione annuale attivava l’angolo dei Gemelli del suo grande trigono, dominato da Mercurio) fonda l’accademia originale ad Atene con il motto: “Nessuno entri qui se ignora la geometria“. Se non altro, il motto è coerente con il potere della limitazione armonica rappresentata da Saturno in Bilancia, come espresso nel principio platonico della sophrosyne (saggezza guidata da moderazione, equilibrio e autocontrollo). Non si accorda solo con il principio pitagorico, “Non andare oltre l’equilibrio”, ma anche con le massime più famose dell’Oracolo di Delfi: “Conosci te stesso” e “Nessuna cosa in eccesso”.
Fonte testo e immagini dei temi natali: Philosophical Nativities – Plato, di Aaron Cheak
Traduzione: Alessandra Ricci