Astrologia e Teurgia

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Creazione di Adamo, Michelangelo (dettaglio)

Astrologia Come Via Divina

Pratico l’astrologia da molti anni ormai ed è diventata parte integrante del mio percorso spirituale. Sento un crescente bisogno di collocare l’astrologia in un contesto filosofico e spirituale coerente, in un modo di pensare all’astrologia che dia un senso al mio mondo, e questo implica ripensare la natura della realtà partendo da zero, dal momento che le comuni supposizioni che facciamo nella cultura mondiale del XXI secolo non permettono all’astrologia di avere alcun senso.

In origine, l’astrologia era inclusa in una visione più ampia del mondo. Per i praticanti, lo studio dell’astrologia faceva parte di uno stile di vita che era generalmente rigoroso e disciplinato. Oggi, nel XXI secolo, nascono dei problemi quando prendiamo l’astrologia, la togliamo dal suo contesto e la piombiamo nel bel mezzo del nostro mondo moderno frammentato e materialista.

L’astrologia non è né superstizione né magia, fa parte di un ordine universale coerente. Se l’astrologia funziona, significa che dobbiamo venire a patti con questo ordine. Penso che l’astrologia, per com’è attualmente praticata, manchi in gran parte di una base filosofica coerente, finiamo così per cercare di spiegare il nostro lavoro prendendo in prestito concetti dal mondo che ci circonda senza comprenderne le implicazioni.

Ogni volta che lavoriamo con l’astrologia lavoriamo con gli dei, intelligenze spirituali viventi. Voglio meditare su ciò che significa per la nostra pratica e per le nostre vite. Il mio è un tentativo di arrivare alle basi spirituali della funzionalità dell’astrologia come percorso spirituale, come modo di vivere e come ritorno all’unione divina.

Teurgia – Il Lavoro degli Dei

La parola teurgia deriva da due parole greche che significano, insieme, Opera degli Dei. Teurgia significa lavorare con le intelligenze divine, quelle intelligenze spirituali superiori non fisiche e creative che i greci chiamavano gli dei. Teurgia è un termine antico che è stato rianimato grazie a un nuovo interesse per l’approfondimento dell’astrologia come pratica spirituale.

Abbiamo bisogno di un contesto generale per dare un senso agli dei in quanto presenze viventi.

Quando parliamo degli dei, è importante ricordare la loro fonte e il loro contesto unitari. Alla base di tutto c’è l’Uno e il Bene, il principio eterno e immutabile e sorgente di ogni cosa, ciò che precede tutto ciò che possiamo concepire come esistente, inclusi l’essere in sé e l’esistenza in sé. C’è un’unità di base che lega insieme tutto ciò che esiste, e questo va oltre tutto quello che possiamo concettualizzare.

Il modello più utile che abbiamo per definire la natura di questa unità sottostante è quello di una mente complessiva, che porta in esistenza l’universo tramite il pensiero. Questo significa che possiamo avvicinarci maggiormente alla comprensione di questa realtà sottostante prestando attenzione alle nostre menti, alla nostra coscienza.

Nota: sto facendo molta attenzione qui nel riferirmi alla mente piuttosto che al cervello. Gran parte della nostra cultura dà per scontato che la nostra realtà sia principalmente materia e che la coscienza in qualche modo provenga dalla materia. Gran parte della scienza moderna si basa su questa supposizione, e all’interno di questa visione del mondo l’astrologia non ha senso. Del resto, se ci si pensa, la complessità e la ricchezza della coscienza umana non hanno un posto all’interno di questa visione del mondo. C’è un’ironia auto-contraddittoria nella visione del mondo materialista, in quanto non possiamo nemmeno concepire la materia senza presupporre che sia la mente a creare il pensiero. La nozione di una materia esistente senza una coscienza che la sperimenti non ha alcun senso.

Senza capire questo premessa, è fin troppo facile cadere nella trappola di pensare a questa realtà sottostante come a una persona cosmica esterna, a quell’Uomo del Piano di Sopra che ha creato il mondo nel suo laboratorio cosmico e che dirige e giudica l’intero spettacolo. Come direbbe Crowley, sarebbe come pensare a un Dio nelle vesti di un vertebrato gassoso che risiede lassù, in un luogo vago e non ben definito che chiamiamo Paradiso – una specie di Cleveland ma senza inquinamento.

Una visione materialistica del mondo dà vita a un concetto materialista e semplicistico del divino che crea problemi di ogni sorta. Molto, se non gran parte del lato tragico della storia umana deriva dalle implicazioni di questo concetto inadeguato del divino.

Devo chiarire che quando parlo della sottostante natura divina non mi schiero con il Dio cristiano, o il Dio musulmano, o il Dio ebraico o il Krishna indù. Tutti questi concetti di Dio indicano la realtà sottostante, ma non la contengono e non la spiegano in modo esauiriente. Per definizione, nessuna religione o percorso spirituale ha il monopolio del divino. Tutte queste religioni possono essere percorsi validi per il divino; possono essere utili o dannosi a seconda di come vengono praticati.

Quindi, di nuovo, occorre mantenere la nozione di un’unità fondamentale che unifica tutta la creazione e che è al di là di qualsiasi cosa che possiamo concepire, ma a cui possiamo iniziare ad avvicinarci in modo appropriato se la consideriamo come una mente onni-comprensiva.

Il significato di questa unità di base risiede nell’idea che il nostro universo creato è un sistema, un’unità, un’unità interattiva. Avere più dei non toglie nulla a questo senso di unità, ma piuttosto enfatizza quanto sia complesso e interattivo il sistema.

Anteporre quell’unità a qualsiasi concetto di dio o di dei ci aiuta anche a ricordare che nessuna forma di dio è onnicomprensiva o assoluta. Nessuna religione, nessun sistema, nessuna filosofia ha il monopolio della verità divina. È necessario assumere questo tipo di posizione per avere tolleranza e apertura mentale verso le altre religioni e verso le diverse scuole dell’astrologia.

Gli dei sono quelle intelligenze creative e individuanti che emergono dall’Uno e sono gli architetti dell’universo in cui viviamo. Sono dei in seno a un’unità e questa include gli dei planetari con cui lavoriamo in astrologia.

Gli Dei e le Nostre Menti

Queste divinità non sono solo simboli, metafore o archetipi psicologici o concetti interpretativi. Sono le forze viventi, intelligenti e creative dentro di noi, sopra di noi, intorno a noi, che modellano il nostro mondo, che ci donano l’esistenza e che ci connettono alla fonte divina del tutto.

Per dare un senso a questo principio, dobbiamo prestare attenzione a come funziona la mente umana. Gran parte della nostra realtà è modellata da ciò su cui si concentra la nostra mente.

Noi siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo sorge con i nostri pensieri.
Con i nostri pensieri creiamo il mondo.

– Dhammapada, i detti del Buddha –

Diventiamo ciò a cui pensiamo. Concentrare la nostra attenzione ravviva, risveglia, potenzia tutto ciò su cui ci concentriamo. Con l’astrologia, dato che lavoriamo con i pianeti come rappresentanti delle divinità, il nostro atto di concentrarci su quelle divinità le animano nella nostra mente e nella nostra vita.

Quando pratichiamo l’astrologia, pratichiamo la teurgia e invochiamo gli dei, che ce ne rendiamo conto o meno.

Quando facciamo astrologia, abbiamo a che fare con gli dei, con intelligenze celesti e spirituali. Penso che sia importante farlo in modo consapevole. Se non lo facciamo, rischiamo di essere dei maghi distratti, di invocare e di intrometterci inconsapevolmente nell’opera degli dei. Faremmo meglio a stare attenti a ciò che invochiamo.

Maghi Distratti

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Invocazione di Nettuno – Jean Jules Antoine Lecomte Du Nouy

Il nostro universo è un sistema vivente di intelligenze. Quando ci concentriamo sugli dei dell’astrologia, parliamo di loro, esprimiamo la loro energia, invochiamo la loro presenza, che ne siamo consapevoli o meno, e questo può accadere in diversi modi.

Per esempio, una volta ho visto un astrologo locale fare un discorso pubblico in cui spiegava la natura dei diversi pianeti. Notai che mentre descriveva a turno i pianeti il suo linguaggio e i suoi gesti assumevano la natura del pianeta che stava descrivendo.

Ad esempio, parlando di Urano, il suo discorso divenne breve, acuto e alquanto irregolare, e indicò e gesticolò con movimenti rapidi e decisi. Poi passò a parlare di Nettuno… e il suo tono di voce divenne più morbido, i suoi movimenti rallentarono, il linguaggio divenne un po’ più vago, tendeva a perdere il filo dei suoi pensieri e il significato delle frasi si affievoliva in una nuvola indefinita.

Stava invocando i pianeti mentre li descriveva, e sospetto che non lo stesse facendo consciamente.

C’è qualcosa nell’atto di concentrarsi sugli dei, pensare a loro, parlare di loro, che invoca la loro presenza dentro e intorno a noi.

Un altro esempio, esiste una pratica popolare chiamata astrodramma in cui le persone impersonificano consapevolmente le caratteristiche dei pianeti e le mettono in atto per aiutare a far comprendere l’essenza delle loro energie e come interagiscono con ciò che li circonda. Si tratta di un buona pratica teatrale e di una meravigliosa tecnica di apprendimento – ed è anche un’invocazione vera e propria delle energie planetarie.

È vero, è un gioco di recitazione, ma come ben sa chiunque abbia lavorato con i rituali, c’è un punto in cui la recitazione si trasforma in qualcos’altro e gli dei prendono il sopravvento. Un’energia o un’intelligenza che esiste in potenza viene chiamata a manifestarsi.

Invocare gli dei intensifica l’effetto delle loro energie; invochiamo l’intelligenza dal regno del potenziale affinché si manifesti nella realtà. Questo processo viene messo in funzione attraverso l’energia creativa vivente, e dobbiamo esserne consapevoli.

Divinazione: la Volontà degli Dei

Una cosa simile accade quando facciamo una lettura astrologica. L’astrologia è un modo attraverso cui gli dei ci parlano, e studiare il significato di una carta astrologica significa invocare la loro energia. Questa è divinazione nel senso originale del termine, si consulta il divino invitando gli dei a farci da guida. L’astrologia si è sviluppata come un sistema di studio vivente dell’ordine divino nei cieli, per come viene riflesso sulla terra, e come un sistema di consultazione e di lavoro con l’intelligenza divina.

Fare una lettura astrologica è un’opera di tipo sacerdotale. La parola divinazione include la radice etimologica divino, e significa imparare a conoscere la volontà degli dei. Quindi, lavoriamo con gli dei ogni volta che leggiamo un tema natale, che ne siamo consapevoli o meno. Invochiamo gli dei planetari affinché ci facciano da guida.

Lavorare con la guida divina in questo modo e tentare di scoprire la volontà degli dei nella vita di un’altra persona è una cosa seria e significa assumere un’importante responsabilità etica. Siamo responsabili per l’effetto che la lettura ha sulla vita di una persona, e questo compito non dovrebbe essere preso alla leggera.

Ci assumiamo il compito di trasmettere la volontà degli dei e di influenzare il destino altrui. Questo è vero fino a un certo grado in qualsiasi tipo di consultazione, ma credo sia particolarmente vero per l’astrologia. Per definizione, l’astrologia lavora con l’espressione dell’intelligenza divina nel mondo, e noi come astrologi la studiamo, ci sintonizzando con essa e ne esprimiamo l’essenza. Serviamo come portavoce per la volontà degli dei, quindi dobbiamo farlo in modo pulito: dobbiamo essere finestre trasparenti.

Astrologia Come Teurgia

Il contatto con gli dei, consultare gli dei, è il cuore dell’astrologia. Tanto per cominciare, questo contatto vivente è in gran parte ciò che attira le persone verso lo studio dell’astrologia. Nutre una fame dentro di noi – la fame per il contatto divino, per la guida divina e per il senso di avere uno scopo nella nostra vita. L’astrologia nutre il nostro bisogno di sapere che siamo qui per una ragione, che facciamo parte di un piano e di un ordine più ampi.

Si tratta, in sostanza, di una fame per l’esperienza della Divina Provvidenza.

Cercare un contatto divino è un compito degno che deve essere fatto con cura e preparazione. Chi si è occupato di lavori rituali sa che invocare gli dei non è da prendere alla leggera, si rischia di sentirsi destabilizzati e di essere stramazzati a terra.

Tradizionalmente, l’opera di teurgia, il contatto degli dei, non è il primo passo da effettuare nel lavoro spirituale, bensì l’ultimo.

I tradizionali percorsi di formazione spirituale includono una buona preparazione preliminare da intraprendere prima che la teurgia possa essere praticata tranquillamente e senza il rischio di perdere l’equilibrio.

Il Lavoro Preliminare

La porta d’ingresso al tempio recita Conosci te stesso. Questo è un percorso di auto-consapevolezza acuta e profonda e include essere consapevoli dei propri pregiudizi, comprende l’esame minuzioso di come si parla e si agisce, di ciò che si apprezza e di quali sono le implicazioni dei propri valori per se stessi e per gli altri.

Praticare l’astrologia in modo utile e opportuno richiede un livello piuttosto alto di consapevolezza di sé. Non significa che dobbiamo essere dei santi o comportarci come loro, significa invece che dobbiamo essere consapevoli dei nostri punti di forza e debolezza, dei nostri valori e dei nostri pregiudizi, per assicurarci che il nostro lavoro non venga utilzzato in modo da costringere i nostri clienti a seguire le nostre preferenze.

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Le quattro Virtù Cardinali

Formazione Morale

Fare tutto questo in modo corretto richiede una buona dose di maturità morale. Nella tradizione platonica questa si esprime in termini di virtù cardinali che hanno tutte a che fare con l’equilibrio e il controllo: la giustizia, la prudenza, il coraggio, la temperanza.

La temperanza riguarda l’equilibrio e il controllo dei nostri appetiti e desideri fisici – non bisogna sopprimerli, ma mantenerli nel giusto equilibrio e nella giusta proporzione.

Il coraggio riguarda l’equilibrio e il controllo della nostra volontà. La parola coraggio include una radice etimologica che significa cuore, e riguarda l’avere il cuore e la forza di volontà per agire sui nostri valori più alti.

La prudenza riguarda l’equilibrio e il controllo nel modo in cui usiamo le nostre menti e prendiamo decisioni. Si tratta di scegliere attentamente e considerare le implicazioni delle nostre scelte.

La giustizia è una virtù sociale più ampia e riguarda l’equilibrio e il controllo delle nostre vite nel contesto della società e del mondo in cui viviamo.

Formazione Filosofica

Parte di questo percorso necessita di una formazione filosofica e linguistica. Dobbiamo considerare cosa significa vivere in un universo in cui l’astrologia ha un senso. Non possiamo permetterci una disconnessione tra il mondo del quotidiano in cui viviamo e il mondo in cui entriamo quando lavoriamo con l’astrologia. Nel contesto della normale visione moderna del mondo occidentale l’astrologia è un’assurdità superstiziosa, e non possiamo permetterci di pensarla in questo modo quando lavoriamo con gli dei. Analizzare a fondo il nostro lavoro con l’astrologia finisce per influenzare il modo in cui viviamo le nostre vite quotidiane.

Come abbiamo accennato in precedenza, richiamare gli dei intensifica l’effetto delle loro azioni in quanto chiediamo a un’energia potente e ad alta tensione di entrare nelle nostre vite. Ciò fa emergere e manifestare nella consapevolezza parti nascoste e precedentemente latenti di noi stessi, che siano il meglio o il peggio di noi. Quando lo facciamo senza attenzione e consapevolezza, può farci perdere l’equilibrio.

Questa auto-consapevolezza è altresì necessaria per assicurarsi che l’astrologia non diventi una copertura per la coercizione politica o morale. Se non abbiamo consapevolezza di noi stessi, è fin troppo facile rimanere intrappolati nella moda o nell’isteria del momento e piegare la nostra astrologia ai fini di un’eventuale corrispondenza. L’astrologia è un’arte e disciplina sacra, molto più ampia di qualsiasi arco temporale o qualsiasi posizione politica o ideologica. Deve includere un livello sufficientemente elevato di autocoscienza e maturità così da poter riconoscere e rispettare i valori e le opinioni di un cliente quando sono diversi dai nostri e aiutarli a lavorare con i valori scelti.

Motivi e Valori

Poiché abbiamo a che fare con questioni di significato ultimo in astrologia, è molto importante avere consapevolezza dei valori. Mi riferisco a ciò che apprezziamo davvero, a ciò che pensiamo sia davvero importante – non a quello verso cui prestiamo un’adesione di facciata, ma a ciò che viviamo attraverso le nostre azioni. Dobbiamo anche essere sufficientemente consapevoli dei nostri valori e pregiudizi affinché possiamo fornire uno spazio sicuro in cui incontrare gli altri con valori diversi, e permettere agli dei di parlare al loro mondo di valori piuttosto che imporre le nostre visuali e opinioni.

Una parte molto ampia della filosofia platonica come disciplina spirituale riguarda la consapevolezza dei valori. Il dialogo socratico, o la dialettica, è il processo di prendere ciò che sembra una dichiarazione diretta o un giudizio e sondarlo, analizzando le implicazioni sottostanti ed esaminando le conseguenze di tale giudizio.

In un contesto più ampio, questo processo di dialettica traccia le credenze e i valori fino alla loro fonte. Questo è un processo di graduale risveglio e avvicinamento al centro di ciò che siamo.

Al centro, ognuno di noi si connette all’Uno. Tutti i sentieri spirituali convergono in definitiva sull’Uno e il Bene. Tutto emerge da lì, tutto ritorna lì. La realtà inizia e finisce nell’Uno e nel Bene, e il percorso della filosofia riguarda il recupero della consapevolezza cosciente della nostra connessione con l’Uno.

L’astrologia è parte di quel processo. Correttamente intesa, l’astrologia è una sottocategoria della filosofia e ha più senso come parte di un percorso filosofico generale.

Gli Dei Ci Chiamano

Accade una cosa divertente quando si è seguito un percorso spirituale per un certo periodo di tempo. È un percorso che inizia sentendosi come se si stesse cercando Dio, gli dei, il divino – o forse il motivo cosciente che guida la ricerca è un desiderio di potere, o di amore o di riconoscimento.

Spesso entriamo nel processo pensando che vogliamo qualcosa dagli dei… e da qualche parte il processo si inverte. Invece di essere noi alla ricerca degli dei, ci rendiamo conto che sono gli dei a cercarci. Invece di volere qualcosa dagli dei, scopriamo che sono gli dei a volere qualcosa da noi.

È questo è il segreto nascosto della teurgia: non siamo noi che chiamiamo gli dei, sono gli dei che chiamano noi.

La parola vocazione deriva da una radice che significa “essere chiamato” – un’altra parola per vocazione è “chiamata”. Pensiamo di voler fare qualcosa con l’universo, quando fin dall’inizio è l’universo che vuole fare qualcosa con noi.

L’astrologia è una vocazione, una chiamata. Se sentite il ​​desiderio di studiare e padroneggiare l’astrologia, potrebbe sembrare che stiate cercando gli dei. Se è una vera vocazione, saranno gli dei a cercarvi – perché avete del lavoro da fare. Ciò richiede molto tempo, molto lavoro, molta disciplina e molta consapevolezza di sé.

Studiate l’astrologia e studierete la struttura della mente del divino – lo studio dell’ordine divino – e, soprattutto, lo studio di dove ci troviamo in quell’ordine.

Volete imparare l’astrologia? Avete del lavoro da fare.

Fonte: Astrology and Theurgy, di Charles Obert
Traduzione: Alessandra Ricci