
I Nodi Veri e i Nodi Medi
L’inclinazione dell’orbita lunare sull’eclittica (che rappresenta il percorso del sole) è di poco più di 5°. Ciò significa che nel corso dei suoi viaggi attraverso lo Zodiaco, misurati in longitudine, anche la Luna viaggia a nord e a sud dell’eclittica fino a 5°18′ di latitudine. La Luna attraversa il percorso del Sole approssimativamente ogni due settimane, una volta dalla latitudine sud alla latitudine nord, la volta successiva dalla latitudine nord alla latitudine sud. Quando attraversa il suo percorso è ovviamente a 0° di latitudine. Ogni volta che la Luna interseca così l’eclittica, lo fa in un punto leggermente diverso, con una media di circa tre quarti di grado indietro rispetto al punto d’intersezione precedente. Questo ci fornisce una serie di punti invisibili in cui l’orbita della Luna attraversa effettivamente il percorso del Sole. I Nodi Lunari vengono estrapolati matematicamente da questi punti invisibili, formando un continuum.
Lo dimostra la tabella sottostante. Le prime due colonne riportano le date e gli orari (Tempo Medio di Greenwich) di ottobre e novembre del 1999 quando la Luna si trovava a 0° di latitudine. La terza colonna ci indica se la Luna stava attraversando dalla latitudine sud alla latitudine nord – indicato dalla lettera N – o il contrario – indicato dalla lettera S. La quarta colonna mostra la longitudine della Luna all’ora indicata. Le ultime due colonne indicano la longitudine del Nodo Vero e Nodo Medio (i nodi sud sono esattamente opposti). Le posizioni del Nodo Vero sono identiche a quelle della Luna perché i Nodi Veri sono basati sulle longitudini effettive della Luna a 0° di latitudine. Possiamo vedere che il 18 ottobre alle 22:27, la Luna era a 0° di latitudine andando verso sud e a 9°49′ dell’Acquario. Il Nodo Vero è esattamente opposto a 9°49′ del Leone, e il Nodo Medio si trova nei suoi pressi, a 9°01′ dello stesso segno. Successivamente, il 31 ottobre alle 13:38, la Luna era a 0° di latitudine andando verso nord, e a 8°31′ del Leone. Il Nodo Vero è lo stesso e il Nodo Medio è nei suoi pressi a 8°18′ dello stesso segno.
A prima vista, sembra che il valore del Nodo Vero sia più accurato, infatti sembra essere più vero. Ma è accurato solo nei momenti indicati. Sempre a titolo di esempio, il 24 ottobre del 1999, il Nodo Vero era a 9°22′ del Leone. Lì non c’è nulla e non vi accade nulla. Come possiamo vedere dalla tabella, la Luna ha attraversato l’eclittica dirigendosi verso sud sei giorni prima, a 9°49′ dell’Acquario, e l’attraverserà dirigendosi verso nord sette giorni dopo a 8°31′ del Leone.
Data |
Ora |
N o S |
Luna |
Nodo Vero |
Nodo Medio |
4 Ottobre |
13:10 |
N |
11° ♌ 19’ |
11° ♌ 19’ |
9° ♌ 45’ |
18 Ottobre |
22:27 |
S |
9° ♒ 49’ |
9° ♒ 49’ |
9° ♒ 01’ |
31 Ottobre |
13:38 |
N |
8° ♌ 31’ |
8° ♌ 31’ |
8° ♌ 18’ |
15 Novembre |
00:09 |
S |
6° ♒ 43’ |
6° ♒ 43’ |
7° ♒ 34’ |
27 Novembre |
15:43 |
N |
5° ♌ 36’ |
5° ♌ 36’ |
6° ♌ 53’ |
Le posizioni del nodo lunare non sono affatto delle posizioni, descrivono piuttosto un processo continuo di spostamento nel tempo dei punti di intersezione. Non si può osservare empiricamente un nodo lunare, perché lì non c’è nulla e non accade nulla. Si determinano i nodi lunari applicando una formula. Si tratta di una pura astrazione. Questo è un punto cruciale da prendere in considerazione per capire cosa significano i nodi. I nodi rappresentano qualcosa al di là della realtà concreta e osservabile.
La differenza tra il Nodo Vero e il Nodo Medio non è nell’accuratezza dei valori. Qui non è in discussione l’accuratezza. La differenza sta nel modo in cui si approccia il problema matematico. L’orbita della Luna è soggetta a una leggera oscillazione; diversi fattori fisici influenzano il suo percorso ondeggiante. Ma poiché il nodo è un’astrazione, si può solo calcolare la media dei punti di intersezione nel tempo per trovare il suo valore; questo è il Nodo Medio. Storicamente, in astrologia, il metodo del Nodo Medio era usato di preferenza dalle scuole più tecniche, come la Cosmobiologia e l’Astrologia Uraniana. Entrambe queste scuole considerano i nodi lunari in modo prominente nella loro scala gerarchica e usano i Nodi Medi nel lavoro per calcolare con precisione i punti medi e le direzioni dell’arco solare (1). Ma è interessante il fatto che Dane Rudhyar, un pensatore in ambito astrologico il cui approccio è essenzialmente opposto a quello di queste scuole tecniche dell’astrologia, sia in accordo con loro riguardo al Nodo Medio. Un forte sostenitore dell’uso dei nodi nell’Astrologia Umanistica, Rudhyar sostiene l’uso del Nodo Medio perché, afferma in L’Astrologia Centrata sulla Persona:
“l’astrologia si occupa fondamentalmente di cicli di movimento piuttosto che di corpi celesti come masse materiali”. (2)
Per il calcolo del Nodo Vero ci si avvale di una formula più complessa che tiene conto di vari fattori fisici che influenzano l’oscillazione dell’orbita lunare. Di conseguenza, le posizioni dei Nodi Veri coincidono con i punti di intersezione effettivi sull’eclittica all’incirca due volte al mese. Ma per il resto del tempo, come ho dimostrato, il Nodo Vero non è più vero del Nodo Medio. Ora, questo può essere un problema se si utilizzano orbite sufficientemente larghe e non si è rigidi sull’utilizzo dei loro limiti, dato che i due metodi non differiscono mai di più di un grado e 45 minuti. Ma questo può fare la differenza tra una combinazione di punti medi che è attiva o una che non lo è, e può sballare i calcoli sull’arco solare di quasi due anni. Ma ciò che rende questo problema davvero esasperante è che, nella mia esperienza, entrambi i nodi sembrano funzionare, sebbene non nelle stesse situazioni. A volte sembra che funzioni il Nodo Medio, in altre situazioni è il Nodo Vero che funziona.
Quindi, quale dei due dovrebbe essere usato?

Ecco dove subentra la musica. Sia la musica che l’astrologia parlano la lingua del tempo. I cicli di movimento di cui parla Rudhyar sono i ritmi. Ma come abbiamo visto, esistono due tipi di ritmo: naturale e astratto. Il ritmo naturale è un ritmo di flusso con variazione; questo è il ritmo del Nodo Vero. Il ritmo astratto è il ritmo del tempo costante; questo è il ritmo del Nodo Medio.
A questo punto suggerirei di ascoltare la musica tenendo a mente questa distinzione. Sperimentare e comprendere la differenza tra il ritmo naturale e il ritmo astratto nella musica significa capire in modo palpabile la differenza tra i nodi. Non è solo un problema teorico dove si cerca di capire quale formula funzioni meglio. I due tipi di ritmo vengono percepiti in modo completamente diverso, non ci si può confondere una volta compreso questo. Ritmicamente parlando, il Nodo Vero e il Nodo Medio non sono affatto uguali.
Ecco alcuni esempi di diversi tipi di musica che sono principalmente ritmi naturali o ritmi astratti. Per la musica basata sul ritmo naturale, abbiamo tutta quella musica che fluisce liberamente ma che non può essere conteggiata: la musica dijerido aborigena, la musica dei flauti degli Indiani d’America, il canto vocale dell’India orientale, i canti liturgici ebraici, i canti gregoriani, l’ultimo movimento della Sonata n. 2 Op. 35 in Si Bemolle Minore di Chopin (il Presto), qualsiasi recitativo da un’opera wagneriana, gran parte della musica degli impressionisti francesi, come l’Images di Debussy o il Gaspard de la Nuit di Ravel, e le introduzioni libere delle canzoni popolari.
Questa musica ha il ritmo dei Nodi Veri. È interpretativa e soggetta alla partecipazione emotiva dell’esecutore. Ciò che questa musica suggerisce è che i Nodi Veri descrivono qualcosa sul ritmo della vita soggetta alla partecipazione interpretativa ed emotiva della persona. Questa è musica in cui il compositore dipende dall’esecutore per finire il pezzo, perché la partitura può solo indicare come sarà il ritmo. È l’esecutore che ne determina il suono effettivo.
Portare in vita la musica basata sul ritmo naturale, quindi, dipende in gran parte dalla partecipazione creativa dell’esecutore. Suggerisce che i Nodi Veri descrivono una sorta di destino che viene modificato dal proprio input creativo, ma si noti che non si tratta del fatto che l’esecutore abbia libero arbitrio, e questo per due motivi. Innanzitutto, l’esecutore è legato alla partitura. Possiamo interpretare il ritmo, ma non possiamo cambiare le note. Ma la cosa più importante, io credo, è il fatto che l’artista è limitato dalla sua comprensione della partitura. Se noi come interpreti fraintendiamo le intenzioni del compositore, nulla di ciò che faremo avrà senso. È la comprensione che ci rende liberi.
Ora consideriamo la musica basata sul ritmo astratto. Qui abbiamo tutta quella musica in cui predomina un ritmo costante: qualsiasi tamburo africano o latinoamericano, i canti degli Indiani d’America con percussioni, la musica gamelan indonesiana, la musica della danza popolare o la musica pop di qualsiasi parte del mondo, la big band di Woody Herman (The Thundering Herd), quasi tutta la musica di J.S. Bach o Händel, e ovviamente il Rock’n Roll. Questa musica ha il ritmo dei Nodi Medi. La sua caratteristica saliente è il suo ritmo uniforme, solido e costante. Il ritmo qui non è soggetto all’interpretazione dell’esecutore, sebbene altre qualità della musica lo sono sicuramente. Il punto rimane, non importa cos’altro possa offrire l’esecutore del pezzo sul piano emotivo, il ritmo è scolpito nella pietra, per così dire. Ciò che questa musica del ritmo astratto suggerisce è che i Nodi Medi descrivono qualcosa di molto diverso dai Nodi Veri sul ritmo della vita. Questo è un ritmo predeterminato dal compositore che l’esecutore segue. Ma è anche più di questo. Il ritmo, una volta impostato, domina tutto il resto; le melodie e le armonie sono ad esso soggette (3). Questo può sembrare un limite imposto all’artista, per cui è completamente legato alla tirannia del tempo. Ma ascoltando la musica, lasciando che il linguaggio del tempo ci parli, possiamo arrivare a capire qualcosa di piuttosto sorprendente sui Nodi Medi. Questa è musica che ci fa venire voglia di ballare. I Nodi Medi descrivono qualcosa di predestinato, ma allo stesso tempo qualcosa che è una specie di danza della vita in cui lasciamo che il ritmo – quell’inesorabile ritmo – ci commuova. La parola destino evoca un’immagine di una vita che è fuori dal nostro controllo. Ma i Nodi Medi, come la musica ad essi associata, sono come un dono. Ci permettono la gioia della danza.
C’è una sorta di profonda bellezza in tutto questo – qualcosa, io credo, che la musica di J.S. Bach è particolarmente abile nell’esprimere. Attraverso la spinta dell’impulso immutabile, le linee melodiche che si intrecciano nel tempo e tra di loro, ci sentiamo euforici, ispirati e liberi.
Devo confessare, su una nota personale, che questa non è la conclusione che speravo di raggiungere in questa indagine. L’ultima cosa che speravo era di includere un ulteriore punto in questo discorso. Sento che di punti ne abbiamo già a sufficienza. Ma mi sembra che il linguaggio del tempo parli in modo abbastanza definitivo. I Nodi Veri e i Nodi Medi dicono cose molto diverse sul ritmo della vita e della vita stessa. Con i Nodi Veri dobbiamo capire la partitura prima di poter essere dei partecipanti creativi nel nostro destino. Con i Nodi Medi, invece, non si tratta di essere partecipanti creativi, ma piuttosto di imparare la danza e trovare la propria voce al suo interno.
Forse dovremmo scegliere l’uno o l’altro in ogni caso. Ma ora possiamo farlo basandoci su una differenza fondamentale nei loro significati. Ho cercato di dimostrare come la comprensione della musica può portarci alla comprensione in astrologia. Spero anche di essere riuscito a fornire un assaggio delle intricate connessioni tra musica e astrologia, e di come potremmo imparare di più aprendoci all’ascolto. Il linguaggio del tempo è miracolosamente informativo.
Note:
(1) Per un’ottima discussione sulla gerarchia nell’astrologia uraniana vd. Gary Christen, “A Hierarchy for Interpretation: The Personal Points of the Uranian System” in NCGR Journal, Winter 1991/1992 (NCGR, Baltimore).
(2) Dane Rudhyar, Person-Centered Astrology, Aurora Press (New York, 1980) pag. 294.
(3) Non sto suggerendo che il compositore decida in anticipo il ritmo. Di solito, il ritmo nasce simultaneamente con una melodia. Ma una volta stabilito un ritmo stabile come costante della composizione, il suo stesso slancio porta con sé il peso di un “affare fatto”. Non può essere modificato senza interrompere in qualche modo il flusso stabilito.
Fine parte II
Parte I
Fonte: Music, Astrology and the Language of Time, di David Arner
Traduzione: Alessandra Ricci